Quanto è cambiata la nostra società negli ultimi 70 anni? E la nostra economia? Esistono ancora settori o attività immuni alla transizione digitale? Quanto è invasiva questa trasformazione che riguarda basicamente ogni aspetto delle nostre vite? Come viviamo noi all’interno della Rivoluzione Digitale? Queste e molte altre sono le domande che ci porremo durante il percorso di questo nuovo progetto. Bocconi Students for Digital Transition, è un’idea per parlare del cambiamento in moto da decenni, che ha coinvolto tutti i settori e le branche dell’economia. Capire quali sono stati i cambiamenti epocali avvenuti e quali sono quelli in atto, quali sono i nuovi settori strategici e trainanti, come sono posizionate le nostre piccole medie imprese, come settori e istituzioni tradizionali sono state sconvolte da questa rivoluzione, saranno i nostri argomenti di ricerca per capire rischi e opportunità di questo momento storico.
Se pensiamo alla parola rivoluzione, ci associamo l’idea di un cambiamento violento, netto, radicale, rapido, traumatico e irreversibile, subito ci viene in mente la caduta di un regime, di un ordine gerarchico o di pensiero che da inattaccabile è divenuto improvvisamente inaccettabile e anacronistico. Le celebri rivoluzioni che a loro modo hanno cambiato il mondo, come quella francese, americana e la Rivoluzione d’Ottobre, sono cesure storiche con una precisa data di “esplosione”, distintamente inquadrabili in un momento storico preciso, sconvolgimenti radicali e profondi opposti al costante processo naturale di evoluzione delle società. Le 4 rivoluzioni industriali (così ordinate da un punto di vista concettuale), sono state determinate da ondate di invenzioni tecniche e innovazioni incrementali concentrate in un periodo brevissimo che hanno portato (e portano) al completo modificarsi dell’offerta e poi della domanda che scopre nuovi bisogni, creando nuovi settori, nuove economie e un nuovo modo di percepire lo spazio e il tempo da parte dell’uomo. Queste però non sono dei canyon che fanno il vuoto tra un mondo economico ed un altro, ma sono processi più lenti e non così distinti nei diversi momenti, poiché una rivoluzione pone le basi di quella che la segue, di queste non è facile stabilirne i confini esatti e non si esaurisce nelle sue caratteristiche prima del manifestarsi dell’ondata successiva, come nel mare le singole onde sono osservabili singolarmente ma non si può ad occhio stabilire l’esatto punto dove una prima onda si esaurisce e si genera la successiva essendo un moto continuo.
Noi, oggi stiamo vivendo l’inizio della quarta rivoluzione industriale quando la terza deve ancora completare la sua transizione dal mondo analogico a quello digitale. Se nella prime 2 rivoluzioni industriali l’uomo scopriva un conflittuale rapporto tra lui e la macchina oggi è di fronte a nuove e più complesse sfide competitive e conflitti d’identità, dovuti al rapido intensificarsi di ricerca e investimenti in Intelligenza artificiale e robotica. Queste e altre sono le sfide che attendo l’uomo nei prossimi decenni, quando ancora è coinvolto nel processo (non privo di traumi) di digitalizzazione. La rivoluzione digitale si può riassumere come il processo di traduzione di informazioni di ogni tipo, da segnali continui nel tempo e/o nello spazio in segnali discreti, cioè grandezze digitali che approssimano la precedente grandezza analogica. I segnali digitali sono facilmente traducibili in linguaggio numerico rendendo l’informazione molto più facile da memorizzare, trasferire, organizzare e da ottenere.
Un processo che ci porta oggi a vivere nella società dell’informazione, formata da una rete globale dove ognuno di noi è un nodo di scambio di informazioni, attore e oggetto del processo che produce e riceve continuamente nuovi contenuti, nuovi dati e nuove connessioni. È una società istantanea che permette di essere ovunque in qualsiasi momento, dove la conoscenza è accessibile come mai era stata in passato. Dal 1995 al 2018 la percentuale di popolazione che utilizzava internet è passata dallo 0,5% al 48%, dove la percentuale raggiunge l’81% nei paesi sviluppati (fonte: ICT Data and Statistics, International Comunication Union). La rivoluzione sconfina il semplice ambito economico e impatta duramente sulle vite private, sulle abitudini, le dinamiche di relazioni tra le persone, mettendo in crisi istituzioni secolari e spingendo “all’estinzione” di molti stili di vita, ormai obsoleti. Ogni ambito della vita a tutti i livelli ha dovuto adattarsi a questa transizione e il progresso continua inarrestabile senza mai guardarsi indietro. Noi di BS for Digital Trasition ci poniamo dunque come osservatori critici non solo dalle prospettive di studenti e studiosi, di consumatori diretti del cambiamento, di attori delle nuove reti sociali e di informazioni ma anche di esploratori delle nuove opportunità che il mondo digitale offre per l’elaborazione, la produzione e la diffusione di contenuti. Noi, che siamo cresciuti nella società dell’informazione, ne siamo stati plasmati e ne siamo stati agenti, proveremo ad analizzare e raccontare le nuove sfide del presente e del futuro prossimo dal cuore della Rivoluzione Digitale di cui siamo parte.
Tommaso Policek.
Comments